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2/8/2021

L’ Acino Vini

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L’ Acino Vini  di Dino Briglio Nigro

Ditemi, a parte il Cirò, il nome di un vino calabrese. Scommetto che non ve ne sovviene  neanche uno. Ed io mi chiedo come sia possibile, come sia avvenuta la perdita così radicale della cultura del vino di questo territorio.
La viticoltura in Calabria ha origini antichissime. Le civiltà che hanno preceduto le colonizzazioni greche erano già dedite ad una viticoltura rudimentale, così, quando sulle coste della Calabria approdarono i Greci (744 a.C.), promotori di una viticoltura più evoluta, riconobbero nella Calabria un territorio fertile, adatto alla produzione vitivinicola. Fu così che gli stessi Greci chiamarono Enotria (Oinotròi) questa terra, nome che a prescindere dalle possibili diverse interpretazioni, ha comunque un legame innegabile con la parola oinos, vino. 
Ed è proprio in questa zona geo agraria, dove i greci producevano il vino per le olimpiadi, che troviamo Dino Briglio Nigro. Per noi un fratello, un amico, un compagno vero. Con lui abbiamo condiviso e continuiamo a condividere bottiglie e battaglie: lui ci conosce e noi conosciamo lui. E ci piace davvero tanto. Ci piace la sua forza di recuperare i vecchi vitigni della sua terra. Ci piace come lavora in vigna ed in cantina. Ci piace che venda direttamente il suo vino senza intermediari. Ci piace che gli piacciano i rapporti umani e che voglia conoscere le persone a cui vende i suoi vini. Ci piacciono tutti i suoi vini. E se un giorno gli chiederete cos’è per lui un vino buono, lui vi risponderà, come ha fatto di recente in un'intervista a Puntarella Rossa e come già da tempo ci aveva confidato: “Un vino è buono quando finisci la bottiglia in un attimo, quando in due la bottiglia da 0,75 è troppo poco. Sto aumentando la produzione di vino in magnum, perché penso che una magnum sia per due ma anche per quello che resta. Ti spiego: quando resta qualche bicchiere sul fondo della bottiglia si beve il giorno dopo e nel caso di un vino vero il giorno dopo (ma anche dopo quattro o cinque giorni) sarà diverso, anche più buono. Questo perché avremo avuto l’opportunità di sperimentare il suo sapore durante un arco più lungo di tempo. Da quando nasce nel bicchiere alla normale degradazione che avviene col contatto dell’ossigeno nel tempo. Ci darà tante sensazioni diverse e questa è più o meno la differenza che c'è tra una storia di una notte e una storia d’amore”. 
L'acino le su vinge le ha tra le colline prospicienti il Mar Jonio, nella splendida cornice della Piana di Sibari, e San Mrco Argentano fronte tirreno, siamo nella provincia di Cosenza.  Dino, come pochi altri produttori della zona, valorizza, vinificandole in purezza, le uve di magliocco canino, antico vitigno calabrese le cui origini si perdono nella notte dei tempi ma che, in tempi recenti, stava scomparendo. Il vitigno, robusto e facilmente adattabile all’ambiente, è allevato in pieno Parco Nazionale del Pollino, a un’altitudine di circa 600 metri sul livello del mare, con un’esposizione a Sud-Ovest in un terreno composto da sabbia, limo e argilla. L'uva viene raccolta intorno alla metà di ottobre, a piena maturazione. La fermentazione alcolica è spontanea e Dino non fa nessuna filtrazione o chiarifica del liquido. Il vino affina un anno
in botti di rovere da 500 litri e poi tre anni in bottiglia. 
Nasce così il ToccoMagliocco. Di un rosso rubino intenso, al naso i profumi sono di frutta a bacca rossa matura, con note di spezie. Al palato è caldo e avvolgente, minerale, fresco e dinamico, con una lunga persistenza. E’ un vino che affascina che ti conquista con le sue note armoniche lunghissime e mai stucchevoli. Questa domenica ne abbiamo bevuto 4 annate differenti, la 2016 la 2015 la 2013 e la 2010, che dire 4 annate 4 vini differenti, 4 esperienze uniche, personalmente tra le 4 io sono stato sedotto da 2 annate, la 2016 che ha una potenzialità enorme, e poi la 2010 che mi ha lasciato letteralmente senza parole, che gran vino, che evoluzione, bottiglie del genere non devono mancare nella propria cantina.

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    Author

    Dario Biagetti
    studioso della storia del  vino, hackenologo per passione

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